Ecco l’epilogo della storiella sui Topolazzi! Nei prossimi giorni pubblicherò la raccolta completa che potrete scaricare liberamente in pdf. Contenti? 🙂 Spero di sì.
Quello fu davvero il più bel Natale in casa Topolazzi, persino quell’alberello rinsecchito si sentì rinascere e per gratitudine lasciò il suo dono in giardino.
L’anno successivo Topozio non dovette recarsi nel bosco a cercare un altro albero di Natale!
Siamo ormai giunti alla fine della storia toposa. Questa che potete scaricare, stampare e leggere è la penultima puntata. Ce ne sarà infatti un’ultimissima il 5 gennaio, la vigilia dell’Epifania: l’epilogo, la ciliegina sulla torta. Non mancate!!!
Vi è piaciuta la storiella dei Topolazzi? Spero di sì. Vi ricordo che potete:
Ma mancava ancora il tocco del maestro: una bella mano di verde ecologico del grande pittore Topozio Topolazzi!
Pendagli, nastrini, palline e lustrini fecero il resto. Tutto contribuì a creare la più bella delle atmosfere natalizie.
Avanzò persino un rametto rinsecchito che, ravvivato dalla vernice e da un fiocco rosso, venne posto sopra il camino, a mo’ di vischio, mentre il focherello scoppiettava pimpante, alimentato dalle pagine di un manuale, di cui ora non mi sovviene l’autore.
Vedendo che il maritino era ormai al limite di un collasso toposo, Topizia ebbe un lampo di genio. Spedì i figlioli alla ricerca di qualsiasi cosa che facesse stare in piedi quel benedetto albero: elastici, nastrini, spaghi, scotch, nastro isolante, bende, cerotti… tutto! — Anche la carta moschicida, mammina? — chiese Nino.
— Ma sì! — fece la mamma — è Natale anche per le mosche dopotutto!
E così, in men che non si dica l’albero fu in piedi: un po’ traballante forse, con la punta storta che toccava il soffitto (che in effetti misurava ventinove e non trenta centimetri) ma stava in piedi.
L’allegra famigliola rimase qualche minuto ad osservare quel precario “albero di Frankenstein” sperando che resistesse almeno fino al giorno dopo.
Puntata n.10 di BUON NATALE TOPOLAZZI, scritto da Enrico Matteazzi e con le illustrazioni di Mirco Maselli, già illustratore di Lupo Alberto. Spero vi piaccia. 🙂
Topizia e i due topini scesero veloci dal tronco e gli diedero una zampa a trascinare l’abete fino all’ingresso della tana; lì però si arrestarono di botto. — Che si fa se l’albero è troppo grande e non passa per la porta, scelta troppo piccola dal maritino dalle zampette corte? — chiese Topizia. Allora Topozio borbottando si aggiustò gli occhialini e assieme a Nino iniziò una disperata ricerca in quel mare di pagine che era il manuale del Topaccia. — Ah, ecco qua… — disse infine leggendo ad alta voce. — Se l’albero non passa per la porta di casa… cercarne uno più piccolo! Ehm…
— Mm… — mugugnarono svogliati i topini. Era chiaro che mai e poi mai sarebbero ritornati nel bosco in cerca di un albero di Natale ancora più piccolo di quello. — Beh, anche se il manuale non lo dice — risolse il Topozio con un lampo di orgoglio — potremmo provare a romperlo in tanti pezzettini! Grande idea! Topizia e i topini rosicchiarono il tronco e i rami; ovviamente il babbo si limitò a coordinare i lavori perché l’incisivo gli faceva ancora malissimo.
Come al solito, ecco il testo che potete tradurre e utilizzare come volete, basta che citate l’autore 😛
Ma a lavoro finito, riprese in mano la situazione invitando moglie e figli a spostarsi: c’era un lavoro da topi adulti da fare, trascinare l’albero fino a casa. Detto fatto, Topazio sollevò la punta dell’albero e cominciò la lenta marcia verso casa, ma dopo appena dieci passi era già esausto. Non pensava che un albero di Natale pesasse così tanto. Chiese allora a Nino di controllare il manuale Top Attack.
Il Topaccia però non diceva nulla riguardo al peso ideale di un albero di Natale. Solo quando Topozio si pulì gli occhiali, capì. Per forza pesava tanto! Topizia e i due topini si erano seduti sulla base del tronco e si facevano trascinare belli belli dal volenteroso capofamiglia. E se la ridevano pure! — Uffa! Smettetela di giocare e aiutatemi! — disse rabbioso Topozio.