Ricordatemi, anche quando non sarò più qui…
Ciao a tutti!
Eccoci al nostro incontro settimanale “animoso”!
La settimana scorsa abbiamo viaggiato in Giappone alla scoperta dello Studio Ghibli mentre quest’oggi parleremo di un altro studio d’animazione dall’altra parte del mondo che quasi ogni anno sforna un film più bello dell’altro (certo anche con alcune eccezioni…ne parleremo in un altro post).
Rullo di tamburi… Lo studio della lampadina salterina, lo studio dei giocattoli viventi, lo studio delle macchinine parlanti, lo studio del pesce pagliaccio più famoso dell’universo…lo Studio PIXAR!
Nato dalla collaborazione principalmente tra John Lasseter e Steven Jobs, è stato il primo studio d’animazione a realizzare un film interamente con la tecnica di animazione in CGI (computer-generated imagery) cioè quella che oggi tutti conoscono come l’animazione in 3D.
Ed indovinate un po’ quale film fu?
Ci siete andati vicini? Toy Story ma certo! Nel 1995 uscì nelle sale il primo capitolo della trilogia del cowboy e dello space ranger “verso l’infinito ed oltre” più conosciuti dai bambini e non, che cambiò il modo di fare cinema d’animazione per sempre, nel bene e nel male.
Cito alcuni (ma se li conoscete tutti dai!) dei film più noti dello studio che in questi anni ci hanno emozionato e divertito: Monsters & Co, Alla ricerca di Nemo, Gli incredibili, Cars, Ratatouille, Wall-E, Up, Inside Out, ecc e poi non dobbiamo dimenticarci dei corti che precedono i lungometraggi al cinema, gioiellini davvero preziosi.
Oggi in particolare parlerò dell’ultima fatica dello studio ossia Coco, regia di Lee Unkrich, lo stesso di Toy Story 3, che ci immerge completamente nella cultura dei buritos e dei nachos, dei sombreri e dei mariachi, nella variopinta e vivace cultura messicana ma nello specifico quella del “Dia de los Muertos”.
Proveniente dalla tradizione precolombiana fusasi poi con quella cristiana, è la giornata in cui vengono commemorati i defunti (il nostro “Giorno dei Morti” per l’appunto), in cui le famiglie per celebrare il “ritorno” delle anime dei loro cari in visita nel mondo dei vivi espongono in un altarino le loro foto ed i loro oggetti più amati in vita con le ofrendas, regali per loro. La morte non viene vista come la fine di tutto con tristezza ed angoscia bensì viene vista come passaggio da festeggiare con allegria e letteralmente da “colorare” con fiori, musica e fuochi d’artificio che adornano il cielo.
Il protagonista del film è Miguel, un ragazzino di dodici anni da sempre appassionato di musica e da sempre grande fan del più grande musicista del Messico Ernesto de la Cruz. Il suo sogno nel cassetto è quello di diventare un giorno famoso come il suo idolo che oltre ad aver scritto e cantato le sue canzoni ha addirittura recitato in parecchi film (volando addirittura ah, ah, ah!). Andrebbe tutto a gonfie vele se non fosse per la famiglia di Miguel, i Rivera, calzolai da generazioni che però detestano e ripudiano tutto ciò che riguarda la musica per avvenimenti accaduti nel passato. Così Miguel nella giornata appunto dedicata ai morti, volendo partecipare a tutti i costi contro la volontà della famiglia ad una competizione musicale, si ritroverà catapultato direttamente nel mondo delle anime dove incontrerà la sua famiglia ed un personaggio alquanto bizzarro chiamato Hector. Solo l’incontro con Ernesto potrà essere a sua salvezza…
Graficamente di qualità come solo la Pixar sa fare…
…e con una cura maniacale nei dettagli da farci veramente credere di vivere in uno realistico Messico, possiamo vedere quanto il team di creativi si sia documentato a dovere. Infatti in ogni attimo della pellicola si respirano lo spagnolo (pure nel linguaggio dei personaggi che parlano praticamente Spanglish o Italiagnolo nel nostro caso) , la musica tradizionale messicana come la Llorona, oppure le Alebrijes, spiriti-guida animaleschi raffigurati in statuette come oggetti di artigianato.
La musica originale del film Coco…
…coinvolge ed emoziona, principalmente la canzone vincitrice dell’Oscar come miglior canzone originale, Remember me, “ricordami”, una canzone che cambia a seconda del mood in cui viene cantata ed il motivo per cui viene cantata da farla sembrare diversa in ogni occasione.
Coco è un inno al ricordo ed all’affetto della famiglia che superano di gran lunga l’importanza della carriera e della gloria.
Quindi… Consigliata la visione?
Assolutamente si!
Vi lascio con un quesito…come mai si chiama Coco il film? Potrete rispondere alla domanda solo dopo aver visto il film 🙂 E tornate a dirmelo, mi raccomando!