Ciro: anche i diavoli hanno un cuore

Capitolo 8: Chi non conosce il regno di Abumàr?

Una volta giunto al castello, Ciro si fermò davanti all’enorme portone d’ingresso, bussò e attese. Ben presto un omaccio grande e grosso si affacciò e chiese: – Chi va là?

– Sono il principe Amìr di Abumàr. Devo vedere il re.
– Oh, principe Amìr, quale onore! – finse stupore l’altro, che in realtà non aveva mai sentito nominare né il principe né il suo regno, ma di certo non voleva fare brutta figura!

Il portone dunque fu aperto e il principe fece il suo ingresso nel cortile del castello e fu accolto dal re in pompa magna.

– Principe Amìr, quale onore! – lo salutò re Goffredo nella sala del trono. – Prego, avvicinatevi!
Il (finto) principe fece un profondo (e finto) inchino: – Buongiorno, mio re!

– Da dov’è che provenite, o principe? – chiese il sovrano.
– Da un paese dell’Oriente, maestà – rispose l’altro.
– Oooooh! – fece il re estasiato.
– Oooooh! – fecero eco i suoi sudditi.
– E com’è che si chiama questo paese d’Oriente? – chiese ancora sua maestà.
– Abumàr, vostra grazia – rispose il (finto) principe.

re Goffredo
Il re Goffredo – Elettra Casini

Il re, che non aveva mai sentito un regno con quel nome, siccome non voleva fare brutta figura di fronte ai suoi sudditi, dopo aver mostrato il più ampio dei sorrisi, si affrettò a dire: – Oh! Sì, certo! Chi non conosce la meravigliosa terra di Abumàr!

Divertiti a colorare il re!

 

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Ciro: anche i diavoli hanno un cuore

Capitolo 7: La fanciulla nella radura

– Ah! – esclamò la strega – lo sapevo che avrebbe funzionato!
Corse quindi a prendere un enorme specchio polveroso e lo mise davanti a Ciro.
– Ecco qua! Ora sei il principe Amìr di Abumàr!

In effetti, Ciro adesso era proprio un principe, con tanto di vestito sontuoso, lungo mantello e un turbante azzurro sulla testa. La strega Micillina gli diede anche un bellissimo cavallo bianco con il quale il neo principe cavalcò oltre il bosco di pini, fino a raggiungere una radura. Lì Ciro scorse una fanciulla intenta a raccogliere margherite.

 

Angelica
La bella Angelica – matite di Elettra Casini

Il volto della ragazza era illuminato dal timido sole del mattino che la rendeva bella perfino agli occhi di un diavolo. Infatti Ciro sussultò un pochino quando la raggiunse, e lei, non appena lo vide arrivare, si sistemò i lunghi capelli biondi che le coprivano parte del volto.

Era bellissima e Ciro all’improvviso sentì qualcosa battere nel petto, una cosa che il diavoletto non aveva mai avvertito prima. Chi lo sa che cos’era…

La fanciulla sorrise stringendo gli occhi, un gesto che il diavoletto Ciro avrebbe ricordato a lungo.
– Dove vai, mio bel principe? – chiese lei.
– Devo andare al castello – rispose lui – sapresti indicarmi la strada?
– Prosegui per questa radura – disse la fanciulla puntando il dito alla sua destra – laggiù c’è un sentiero che ti condurrà al castello.

Prima di andare, Ciro volle chiedere alla fanciulla il suo nome. Lei sorrise ancora e, dopo una breve pausa, rispose: – Angelica.

Divertiti a colorare Angelica!

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Ciro: anche i diavoli hanno un cuore

Capitolo 6: Una pozione non proprio perfetta

La strega indicò a Ciro l’enorme pentolone al centro della stanza. In quel pentolone bolliva una brodaglia nauseabonda. Micillina vi intinse un grosso mestolo di legno e ordinò al diavoletto di bere e subito dopo ripetere tre volte la formula magica:

Maramao maramò,
un principe diverrò!
Maramao maramello,
il principe più bello!
Maramao maramurro,
un bel principe azzurro!

Ciro afferrò il mestolo e, con gran fatica, trangugiò la brodaglia e dopo ripeté per tre volte la formula magica, però non accadde nulla. Forse la quantità di pozione non era abbastanza. Micillina strappò il mestolo dalle mani di Ciro e lo intinse di nuovo nel pentolone. Il diavoletto bevve ancora, ripeté la formula, ma non accadde un bel niente.

il calderone della strega
Il calderone della strega Micillina – E. Casini

Micillina iniziò ad innervosirsi. – Non capisco – si lamentò – avresti dovuto trasformarti in un bellissimo principe azzurro.

Ci riprovarono una terza, una quarta, una quinta volta, finché il pentolone fu svuotato del tutto. La faccia di Ciro, intanto, da rossa divenne blu, poi gialla, poi verde… e gli venne un terribile mal di stomaco.

Divertiti a colorare Ciro!

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Quando devi cambiare piano

Quante volte vi è capitato di dover cambiare i piani della vostra vita? Quando sembra che le cose prendano la giusta piega, ecco che arriva il cigno nero, l’evento che cambia il corso degli eventi… È successo pure a me, molte e molte volte (purtroppo o per fortuna), ma non mi sono mai arreso e, anche adesso, continuo con il mio progetto.

Perché CI CREDO

Non mi arrendo e, anche se alcuni dicono che sono pazzo, io continuo a proporre le mie storie gratuite online; propongo le mie mille idee innovative che secondo me avranno un grande seguito nell’editoria multimediale nei prossimi anni.

AP, un progetto sempre più popolare!

Le persone che seguono alamedaproject.com crescono di giorno in giorno. È bellissimo e importantissimo diffondere un messaggio positivo per i bambini, ma non ci possiamo fermare. Vi chiedo perciò di diffondere il nostro progetto ancora di più. Insieme, possiamo fare delle cose grandissime per le generazioni future.

Tecnologia e tradizione insieme per la nuova editoria

È possibile rinnovare un’editoria vecchia e stantia? Certo che sì! Sei un illustratore o uno scrittore? Hai tante idee e desideri sperimentare le nuove tecnologie per l’infanzia? Chiedimi cosa possiamo fare insieme!  Contattarmi non costa nulla!

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Ciro: anche i diavoli hanno un cuore

Capitolo 2: Il calcione del diavolo

Tutti sanno che c’è solo un modo per raggiungere la Terra dall’inferno: il calcione del diavolo. E c’è solo un diavolo in tutto l’inferno che può dare il calcione: Belzebù.

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Il calcione del diavolo (E. Casini)

Ora, tutti sanno che i piedoni di Belzebù puzzano parecchio e, in effetti, ogni volta che il diavolo solleva il suo piedone, la puzza in pochi istanti invade tutto l’inferno. Ma Ciro era un diavoletto furbo e prima di ricevere il calcione si tappò ben bene le narici

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