FumettoGame!

Il fumetto del Ventunesimo secolo

Coinvolgere un giovane lettore tramite un fumetto non è difficile. Imparate le tecniche base del coinvolgimento emotivo, ci basta fare leva sulla tensione narrativa e sull’impatto grafico… o no? A dire il vero, forse no. Oggi c’è bisogno di qualcosa di più. Il gioco è la chiave che apre le porte della passività e spalanca il cancello della partecipazione attiva.

Tu sei Deadpool


In un mondo dominato dalla Rete (con la “R” maiuscola) dove tutto è immagine, movimento, ma soprattutto Partecipazione (con “P” maiuscola), anche il Fumetto (con la “F” maiuscola) come medium non basta più.


Trasformare un fumetto in gioco

Quello del fumetto-game potrebbe in effetti rivelarsi un mercato interessante per le case editrici “audaci” come Panini Comics. Il “primo” esperimento (uso le virgolette perché prima probabilmente ce ne sono stati altri) è stato prodotto dalla Panini nel 2018.

Il personaggio principale ovviamente è Deadpool… oppure tu? Sì perché il famoso supereroe della Marvel, assolutamente fuori da ogni schema classico, si rivolge al lettore e gli chiede di aiutarlo, di scegliere per lui le azioni da compiere.

Un meta-personaggio in una meta-narrazione

Io Deadpool lo definisco un meta-personaggio perché spesso parla di sé in terza persona oppure esce dalla narrazione per rivolgersi al disegnatore del fumetto, al regista di turno… ecc.

Però dentro il fumettogame questo eroe assurdo si muove in una meta-narrazione: per esempio, c’è una tavola in cui i personaggi sfogliano lo stesso fumetto che tu stai sfogliando, e lo nominano pure! Geniale.

Già di per sé Deadpool è un personaggio che se vuole esce dalla storia e si rivolge al pubblico senza bisogno del gaming; tuttavia è nel fumettogame che la caratteristica “meta-“ emerge in maniera esagerata, esasperata al punto che tu, o lettore, te ne freghi della trama e segui le cavolate che ti racconta il protagonista. Perché dai, diciamocelo, ci piace leggere e vedere Deadpool soprattutto perché la sua caratteristica di gran cazzaro! 😀

Valutazione finale:

Classificazione: 5 su 5.

Assolutamente fantastico!!!


Le domande Alamediane di oggi:

Avrà un futuro il fumettogame?
C’è un modo per trasformare i fumetti interattivi in qualcosa di ancora più complesso?
Forse sì… ma è un’altra storia questa, e andrà raccontata un’altra volta. 


L’intervista del mese

Ricordo a tutti che Mauro Longo sarà ospite di Alameda Project domani, ma l’intervista verrà pubblicata in modalità Première di su YouTube lunedì 11 marzo, ore 18.15.

Stay tuned! 😎

L’angolo di Karumi – speciale BeComics!

Ciao a tutti!Avatar

Eccomi di ritorno dall’oltretomba (no no, eh…!)

La settimana scorsa dal 23 al 25 marzo si è svolto il BeComics, il festival del fumetto e dei games della città di Padova, alla sua seconda edizione.

La fiera era suddivisa in tre aree: il cuore del festival al centro culturale San Gaetano (come l’anno scorso) il padiglione 7 della Fiera campionaria (al posto di piazza Eremitani e Prato della Valle) e l’area kids in Orto botanico (se non ci siete mai stati all’Orto andateci perché è bellissimo! E non lo dico solo perché devo fare pubblicità alla mia città. 😉 🙂

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Al San Gaetano al piano terra vi erano come di consueto gli stand delle case editrici, delle fumetterie e delle scuole del fumetto e dell’animazione, con i possibili incontri con gli autori e le autrici. In più vi era la saletta delle conferenze sulla destra appena dopo l’entrata principale con esposte le opere vincitrici del concorso proposto da Progetto giovani di Padova InsideComics #2 (di cui la vostra blogger qui presente aveva partecipato non venendo selezionata – le mie opere le seguenti – una reinterpratazione della copertina di SkyDoll 3 di Barbucci e Canepa e l’altra la copertina della mia storia personale Gan Eden :D… – vedi in fondo al post!

Al piano di sopra c’era la self area con i fumettisti autoprodotti e la mostra delle tavole a fumetti e delle illustrazioni di Sir Milo Manara ed altri illustri autori.

L’area Games!

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La fiera invece aveva l’area games, gadgetistica varia, l’area Japan con i cosplayers, il palco con esibizioni canore nipponiche e non e cibo orientale a go go. Diciamo che qui ho speso la maggior parte dei miei risparmi (sono golosa di cibo non tanto salutare ahahah ma mantengo comunque la mia forma come direbbe Edna Mode)

L’area kids…

Uhm… non avendola visitata non saprei dirvi come fosse… ah, ah, ah!!! 😀

Il mio giudizio sulla fiera è stato per lo più positivo.

Da visitatrice ho trovato la qualità degli stand migliorata, ma come mi hanno confermato molte persone, lo sposarsi da un’area all’altra non è stato pratico… Non che una camminata faccia male (anzi!) però risulta scomodo essendo circa 15 minuti a piedi dalla fiera al San Gaetano. Anche la quantità di pubblico è abbastanza cresciuta… almeno credo, c’era una fila assurda di sabato!! Il prezzo l’ho trovato un tantino caro… ma immagino abbiano molte spese da gestire quindi cerco di capirlo.

Per il prossimo anno opterei per una fiera interamente all’interno della fiera campionaria (scusate la ripetizione…) se fosse possibile!


Vi lascio con un paio di cose realizzate per un concorso:

4 Copertina

9 Gan Eden Copertina

Che ve ne pare? Lasciatemi qualche commentino, anche sulla mia pagina Facebook!

Bene, ci vediamo al prossimo anno BeComics! Tchau!

La prospettiva (parte 1/2)

Ciao a tutti!

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Bentornati all’angolo di Karumi!

Oggi vi farò una breve lezione sulla magnifica, insuperabile, immaginabile, intramontabile e “inorizzontabile” prospettiva.

Senza rendervi la cosa molto barbosa, ve la illustrerò brevemente con dei disegni fatti dalla sottoscritta (copyright vieni a me!) 😀


Sviluppata in Italia nel ormai lontano Rinascimento e concettualizzata dal Brunelleschi, la prospettiva è il metodo geometrico per disegnare un paesaggio, naturale o architettonico che sia, ma anche gli oggetti ed un corpo in una determinata posizione.

È l’illusione ottica che percepiamo dell’allontanarsi delle cose, il loro convergere in fondo, dandoci l’impressione del “lontano” nello spazio. Vicino è grande, lontano è piccolo.

La prospettiva si costruisce tramite una linea orizzontale detta linea d’orizzonte (chissà mai che cosa dovrebbe rappresentare… mah!) e un punto o due su di essa detti punti di fuga perché ci servono per fuggire in ogni occasione… 😉


…Partiamo! 🙂

Come dicevo la volta scorsa, la prospettiva si divide principalmente in due tipi.

Primo tipo: la prospettiva centrale.

Centrale

Avete presente i binari del treno? Ecco tenetelo a mente! La prospettiva centrale possiede un unico punto di fuga che può essere posizionato al centro o non. I lati che sono paralleli alla linea dell’orizzonte si mantengono paralleli mentre quelli che ne erano perpendicolari diventano convergenti al punto di fuga, dove effettivamente fuggono ahaha. L’altezza del prisma se perpendicolare in proiezione ortogonale (cioè la sua immagine “reale” senza deformazioni prospettiche) rimane perpendicolare anche in prospettiva.

Secondo tipo: la prospettiva accidentale.

Accidentale

A differenza della precedente, questa prospettiva ha due punti di fuga. I lati del prisma che sono paralleli alla linea d’orizzonte convergono verso il punto F2 mentre quelli che sono perpendicolari vanno verso F1. L’altezza rimane perpendicolare se è perpendicolare nella proiezione ortogonale.

Il concetto più o meno è questo… Forse se dovete costruire delle cose molto articolate, tonde od oblique risulterà più difficile. Consiglio di fare tutto dritto, costruzioni più regolari possibili almeno all’inizio e con l’aiuto di un curvilinee andare a disegnare le parti tonde successivamente. Un cerchio nella realtà diventa un ellissi in prospettiva mentre un quadrato diventa… un trapezio! 😉

Magari ci ritorneremo più avanti per le cose più complesse!

Buona settimana… prospettosa! 😀 😀 😀

Tchau!

 

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