Storytelling? Sì, ma nel modo giusto!

Come si fa a rendere più interessanti contenuti che da un ppt sarebbero una noia mortale? Mettiamo che volete far passare il concetto di Comunicazione a chi di Comunicazione non sa proprio nulla. Come si fa? Be’, avete in genere tre possibilità:

  1. Fare il solito ppt: avanti, avanti e avanti…
  2. Fare un e-learning con qualche interazione e/o storytelling
  3. Fare storytelling con la gamification: lo storydoing

Lasciamo perdere pure il primo binario, una noia mortale che andava bene 20 anni fa e passiamo direttamente al 2 e al 3. Dunque, supponiamo che dobbiamo far passare il concetto di comunicazione aziendale: verso l’esterno e verso l’interno. Come procediamo?

Tema: la comunicazione aziendale 😎

Svolgimento: 🛠

Era una notte buia e tempestosa… No, scusate questo è Snoopy… Però questo incipit mi serve per farvi capire cos’è uno Storytelling alla buona, senza spessore, già visto. Questo accade spesso quando manca la progettazione. Ah! La cara vecchia Progettazione! Lo storyboard è essenziale, quindi per favore, non licenziamo gli storyboarder.

Ma noi vogliamo raccontare una storia, quindi la domanda che vi frullerà in testa è: come si scrive una storia incentrata sulla comunicazione? Conviene pensare come uno sceneggiatore di un film o, meglio ancora, di un fumetto o di un cartone animato.

Partiamo dall’idea: es. un eroe parte per la guerra.

Studiamo il personaggio principale: es. un eroe dei nostri tempi

Costruiamo il soggetto: l’eroe incontra personaggi cattivi che cercano di confonderlo. Devi rispondere correttamente per superare le prove e passare al livello successivo. Nell’ultimo livello il personaggio viene premiato: ha salvato la principessa? Ha salvato la sua azienda? La sua casa?
…Le possibilità sono davvero infinite!

Iniziamo a scrivere la storia procedendo per livello. In ogni livello la difficoltà cresce. Così avremmo creato un vero e proprio video-gioco. Forte, no?

… il resto nella prossima puntata 😄 Stay tuned!🖥

La formazione ai tempi del COVID19

Ciao amici lettori di questo blog,
ultimamente vengo raggiunto da parecchie persone che mi chiedono informazioni sugli LMS e, più in generale, sull’implementazione ed erogazione dei corsi online, il famigerato e-learning. In passato scrissi un paio articoli carini che vi consiglio di leggere riguardo proprio i Learning Management System:

LMS Mobile Learning Mercato In Espansione

LMS Da Un’altro Punto Di Vista

La teledidattica oggi è “tristemente” famosa per via del Coronavirus, o meglio definito COVID19, che miete vittime in tutto il mondo e tiene chiuse le aziende soprattutto in Italia.

In questo momento di stagnazione (quasi) tutte le aziende si sono fermate e anche le piccole partite IVA hanno difficoltà a rientrare delle perdite. Alcuni, come qualcuno di voi che legge questo blog, avrà avuto un lampo di genio: “Perché non mettiamo su un e-learning?”

Fatta! …o no? …Mi sfugge qualcosa?

Ti sfugge che devi fare attenzione: tuffarsi di pancia in un mercato nuovo fa male se non sai cosa stai facendo!

Se non progettate al meglio la didattica, rischiate di incorrere nel più grande fallimento della vostra vita. Fare formazione richiede tempo ed energia. Si può imparare a “fare didattica”, ma ci vuole tempo, attenzione e dedizione. Soprattutto, vi servono i professionisti giusti.

D’accordo! Da dove partiamo?

Per erogare un corso online vi serve innanzitutto una buona piattaforma. Il mercato attualmente ne offre parecchie, una ventina almeno fra proprietarie e free, ma prima di tuffarvi nell’oceano di Google e cercare “piattaforma LMS” (e so che lo farete…) pensate a che tipo di formazione vi serve.

Le domande sono:

  • Vi serve una serie di tutorial video? >> Allora meglio Youtube e Facebook, è un consiglio. Non dimenticate che se vi interessano solo le statistiche, potete aprire una pagina aziendale su Facebook e vedere le statistiche da lì e potete anche provare a monetizzare!
  • Volete un Web Based Training con tracciamento? >> un corso completo di test che tracci i risultati, il punteggio e tutti quei simpatici metadati del discente che ci piacciono tanto? Possibile attraverso due vie:
    1. Piattaforma LMS
    2. App con tracciamento

La seconda via è costosa. Molto costosa. ASSAI costosa. Vi serve un’agenzia specializzata in progettazione app e in gestione del traffico web.

La prima via invece è percorribile anche dai piccoli, ma bisogna fare passi brevi e non avere fretta. Non fate l’errore di partire in quarta, altrimenti il motore si ingolfa! 😋

Il primo passo è fare pratica con gli LMS in opensource. Io vi consiglio Moodle. Ha una storia ormai lunga. Anche se ha raggiunto un livello di complessità elevato, il suo grado di stabilità è buono. Inoltre è già dotato di una simpatica app Moodle dedicata: uno si logga dal cellulare, vede i corsi a cui è iscritto e li può frequentare dove vuole. Forte, no?

Se invece volete fare dei test (prove di funzionamento) di tracciamento sulle vostre pagine html create con Articulate Storyline o con Captivate o altro, allora SCORM Cloud è quello che fa per voi. Semplice e pulito, ma soprattutto pratico. Provate a caricare un corso SCORM in .zip e vedete come traccia.


Fonte immagine: https://xapi.com/

Su Moodle i dati di fruizione dei corsi possono essere tracciati sia con il vecchio standard SCORM sia con il nuovo xAPI TinCan, uno standard che rende la fruizione e il tracciamento più efficienti da tablet e da mobile. Per maggiori info, vi consiglio il sito ufficiale di xAPI.


E la scuola, come se la sta cavando?

La scuola italiana si sta organizzando con la didattica online come può e, inutile nasconderlo, con mille difficoltà. Molti utilizzano Google Classroom, altri si arrangiano come possono con Zoom o altri sistemi (secondo me meno efficienti) come Weschool.

I test online (es. quiz a risposta multipla tracciati) vengono realizzati quasi sempre con i vari tool di Google. Per ora questa è la scelta più efficace ed efficiente. Ho trovato a tal proposito un tutorial interessante che vi guida passo-passo sull’uso dei moduli Google Classroom. Guardate:

C’è da chiedersi: ora che le scuole hanno capito (si spera) l’importanza della didattica a distanza, considereranno l’opportunità di investire in progetti di supporto digitale alla didattica? Ai posteri l’ardua sentenza.

Se avete voglia di approfondire, leggetevi uno degli ultimi articoli che ho scritto sulla scuola e la formazione telematica qui: L’elearning ai tempi del Coronavirus.

E anche questo è interessante: Nuove tecniche per l’insegnamento.

Anche questo: E-learning e scuola primaria.

Ciao ragazzuoli! Alla prossima 😉


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