L’arte del coinvolgimento (parte 2/2)

Un libro da leggere assolutamente

Il libro di Fabio Viola e Vincenzo Idone Cassone L’arte del coinvolgimento, è davvero una lettura irrinunciabile per chi come me ha deciso di intraprendere una strada ambiziosa e alquanto avventurosa: la strada della gamification.

Fabio Viola
Fabio Viola, uno degli autori del libro L’arte del coinvolgimento, 2017, Hoepli – Microscopi

Nel loro libro, Fabio e Vincenzo riportano esempi e best practices da aziende grandi e piccole che hanno risolto problemi di efficienza grazie al gaming, oppure aziende produttrici di app che hanno avuto un successo enorme (e spesso insperato) con un singolo videogioco.

Il coinvolgimento come partecipazione attiva

Il filo rosso che guida il libro è il concetto di coinvolgimento attivo che si esprime nella partecipazione degli utenti finali. Ecco le domande-chiave che trovano risposta nel libro:

  • Quali sono le componenti del coinvolgimento?
  • Come funziona e come si stimola la partecipazione attiva degli utenti finali?
  • Come si fa a creare un contesto di gaming che migliori le performance dei dipendenti di un’azienda qualsiasi?
  • Come si possono sfruttare al meglio lo storytelling (immergere l’utente in una storia) e lo storydoing (rendere l’utente protagonista attivo di una storia)?

Il coinvolgimento circolare

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I videogiochi – app per cellulare e PC – sono già una componente della vita quotidiana. Pensiamo a giochini come Farmville, Pet Society, Candy Crush o Minecraft. Che cos’hanno in comune? Sono intuitivi, hanno una grafica semplice, ma soprattutto ci coinvolgono perché sfruttano benissimo il cosiddetto coinvolgimento circolare.

Siamo portati a giocare e a ri-giocare in un loop potenzialmente infinito. Perché? La risposta a questa domanda non si può certo esaurire in un post; ecco perché vi invito ad approfondire la lettura del libro di Fabio e Vincenzo.

Possiamo comunque indicarvi tre punti fondamentali per realizzare giochi coinvolgenti all’interno di un corso e-learning, ad esempio, oppure per progettare libri e ambienti interattivi per i più piccoli, come sta provando a fare Alameda Project.

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libri partecipati A.P.

Le forme del coinvolgimento

  1. ATTRAZIONE: estetica, inviti al gioco ed elementi di sorpresa nella giusta misura, possono far cambiare abitudini (habits) e comportamenti (behaviours);
  2. (INTER)AZIONE: il flusso (flow) è la fusione tra azione e interazione, ovvero quella cosa che ti fa perdere la cognizione del tempo mentre la fai;
  3. ESPERIENZA: far leva su un’emozione latente; è l’effetto della canzone che continui a riascoltare perché ti ricorda momenti intimi, positivi, magici.

Il mondo si evolve, non fate i dinosauri!

di più sulla gamification

LMS… da un altro punto di vista

Sapete cos’è un LMS?

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L.M.S. è l’acronimo di Learning Management System, cioè una piattaforma informatica che consente di erogare servizi e-learning, quindi corsi virtuali. La tecnologia dell’e-learning è nata sia per consentire alle aziende un risparmio di risorse, sia per superare i limiti fisici della necessaria presenza in aula.

La tecnologia LMS è dunque il canale attraverso cui discenti e docenti possono scambiarsi informazioni, materiale multimeliale e non solo. L’LMS consente di monitorare sia l’effettiva frequenza di un corso obbligatorio (tramite tracciabilità) sia il livello di partecipazione attiva degli alunni – nel caso specifico delle aule virtuali.

Ma com’è la situazione in Italia?

L’Italia è uno dei paesi più arretrati dal punto di vista delle nuove tecnologie, e l’e-learning non fa eccezione; però chi è del settore lo sa: è solo una questione di tempo. Con le crisi frequenti e le spending review necessarie, servirsi della formazione con LMS è una scelta vincente. Se non fosse che…

Il nostro e-learning è efficiente ma non efficace

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Quando si è erogato un corso di formazione, ci si dovrebbe domandare: è stato raggiunto l’obiettivo formativo? Tradotto: abbiamo formato qualcuno oppure lo abbiamo tediato con un corso noioso di cui a lungo termine ricorderà poco o nulla?

Se si è realizzata la seconda ipotesi, allora la formazione è stata inefficace. In effetti, anche se l’effettivo risparmio di denaro c’è stato, i discenti non hanno appreso/interiorizzato i concetti in modo corretto e si rischia di aver sprecato tempo prezioso.

La soluzione per superare questo problema c’è e va presa in prestito dal mondo dell’infanzia. Leggete qui.

Il selvaggio e spaventoso mondo dei bambini

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È un ambiente selvaggio che terrorizza le aziende: il mondo dei bambini. Questi esseri dal comportamento bizzarro, che i più non comprendono, sono simili agli hobbit; non hanno pensieri; dipendono dagli altri; devono frequentare per gran parte dell’anno un posto fatiscente chiamato “scuola italiana” e adorano il gioco.

Questo mondo spaventa a morte
perché qui sopravvive solo
chi ha molta fantasia. 

Il valore educativo del gioco

Per noi di Alameda Project la fantasia è una cosa seria perché è il carburante del gioco. Giocando si impara, per questo abbiamo deciso di proporre soluzioni in gamification.

approfondisci la gamification


Un LMS su misura per la scuola primaria e secondaria

A quali problemi rispondiamo?

  1. Difficoltà dei docenti a completare i programmi scolastici;
  2. Tempistiche lunghe per la valutazione degli studenti;
  3. Tagli al budget che non consentono di avviare progetti laboratoriali innovativi.

Come ci muoviamo?

Sfruttiamo al 100% la tecnologia LMS. Creiamo un contenitore totalmente personalizzato, un ambiente virtuale pensato per i bambini – sicuro, protetto, controllato – un vero e proprio mondo virtuale in cui il piccolo studente può scambiarsi informazioni, chattare con i compagni di classe e guadagnare punti con i giochi educativi (in gamification).

Come funziona un gioco in gamification?

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La gamification funziona in maniera istantanea e dipende, per esempio, dalle vittorie degli alunni nei giochi (punteggi, bonus conquistati, risposte corrette ai test, ecc.). Si devono conquistare obiettivi, ottenere bonus, scoprire porte nascoste, rispondere a domande e… molto altro, dipende da quanta fantasia abbiamo!

A livello tecnico, il sistema è in grado di elaborare automaticamente punteggi e classifiche e inviare i dati direttamente al docente via e-mail o renderle disponibili in un’area riservata accessibile tramite password.

Tutto è personalizzabile

Si può scegliere la disposizione dei menù, i colori, gli elementi grafici quali disegni, personaggi e tutor…


Laboratori in classe

Alameda Project è attiva su tutto il territorio di Vicenza e provincia anche con laboratori in classe. Sfruttando l’aula informatica o una L.I.M. vi mostreremo i vantaggi dell’e-learning. Contattateci subito!

vedi un esempio dal portfolio


CONTATTI

E-learning e scuola primaria

Uno strumento utile per alunni in difficoltà

Lo sappiamo bene, la scuola italiana ha un sacco di problemi; e non parliamo solo di soldi: c’è, ad esempio, l’incapacità/impossibilità di molti insegnanti a portare a termine i programmi scolastici. In molte classi questo problema è legato alla presenza di alunni iperattivi oppure con alcune difficoltà di apprendimento.

Esiste una soluzione?

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C’è SEMPRE una soluzione. Tuttavia, prima di gridare ai quattro venti un gigantesco “si può fare” alla Frankenstein Junior, è meglio precisare che non esiste una formula magica che trasformi un alunno in difficoltà nel primo della classe. Lo si può solo aiutare a migliorare. Ma come? Leggete l’articolo per capire meglio.

Un cambio di prospettiva

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Cambiare prospettiva significa guardare il mondo da un altro punto di vista, anche se per farlo dobbiamo metterci a testa in giù e iniziare a proporre le materie scolastiche come un gioco e non come un’imposizione.

Edutainment, la risposta di Alameda Project

La dimensione ludica aiuta i bambini a comprendere concetti difficili tramite rinforzo positivo. Pensiamo ad esempio alla matematica. Come sarebbe spiegata da un tutor virtuale che ti fa giocare con i numeri? E la geografia, con la possibilità di esplorare ambienti animati? Oppure la storia, con personaggi che si raccontano vicende in modo appassionante e coinvolgente… allora sì che studiare sarebbe una bella esperienza!

Oggi esistono già degli strumenti interessanti che stimolano l’apprendimento tramite gioco, ma vengono venduti in “separata sede”. Ancora non siamo arrivati a proporre l’edutainment a scuola, come metodo riconosciuto intendo. Le resistenze sono molte e dipendono da due fattori: i costi elevati e la scarsa conoscenza della tecnologia informatica, che spesso viene demonizzata e non capita per le sue reali potenzialità.

Le potenzialità degli LMS per la scuola primaria

Pensiamo ai compiti in classe (sempre gestiti in modo ludico). L’insegnante da oggi può gestire i test tramite una piattaforma LMS (Learning Management System) la tecnologia che consente ai corsi, e ai test, di essere tracciati, quindi registrati in tempo reale e senza costi in termini di tempo. Vediamo di approfondire meglio i vantaggi.

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  • i risultati dei test sono subito visibili dall’insegnante;
  • i corsi si possono “tracciare”, ovvero l’insegnante può registrare in tempo reale il completamento effettivo del corso/test per ogni studente o gruppo di studenti;
  • il tempo per la correzione dei test si azzera e di conseguenza l’insegnate libera il tempo che prima dedicava alla correzione dei compiti in classe.

Il lavoro dell’insegnante viene facilitato di molto. Ma c’è anche un altro vantaggio che qui non ho elencato: la possibilità di insegnanti e studenti di collaborare scambiandosi, per esempio, il materiale delle lezioni.

Gamification! Ecco la soluzione!

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Ma come si fa a passare dall’apprendimento classico all’edutainment? La risposta è Gamification, termine introdotto per la prima volta nel 2010 da Jesse Schell, un esperto di game design che rifletteva sulla possibilità di uscire dagli schemi e utilizzare i videogiochi per scopi diversi.

La Gamification utilizza elementi mutuati dai giochi e dalle tecniche di game design in contesti esterni ai giochi (fonte: Wikipedia). Nel caso dell’e-learning, ad esempio, si tratta di inserire i giochi in un contesto di apprendimento.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Questa tecnica risulta più efficace sui bambini perché il gioco è la dimensione bambina per eccellenza. Alameda Project l’ha capito e sta lavorando alla creazione di contenuti giocabili in grado di comunicare con le piattaforme LMS. Abbiamo già realizzato un primo contenitore vuoto al cui interno troverete sei gioco-test. Questo contenitore può essere rimpito con il materiale didattico fornito dalla scuola. Esploratelo qui:

http://www.enricomatteazzi.com/temp/geogiochiamoci/story_html5.html

Attenzione!!! La collocazione di questo file è TEMPORANEA. Ciò significa che nei prossimi mesi i contenuti potrebbero non essere più accessibili. Per info CONTATTATECI.

Vuoi approfondire?

https://alamedaproject.com/portfolio/giochi-per-la-scuola/

A.P. primo su MyWeb School!

Un gran bel risultato

La strategia social media presentata da Alameda Project è stata classificata come “ottimo lavoro” dai docenti di MyWeb School, la scuola online che si occupa di formazione per vari settori del lavoro. MyWeb, ad esempio, forma i profissionisti della cosiddetta Social Media Strategy.

Leggila qui: http://www.mywebschool.it/portfolio-studenti.php

Di che cosa si tratta?

Mesi fa iniziai un corso sulle strategie aziendali per la promozione d’immagine nei social network, un corso tenuto dalla giovane Romina Caccamo. Obiettivo: preparare figure professionali in grado di fornire quelle competenze che le aziende ancora non hanno. Competenze per muoversi bene in un mondo interconnesso, dove l’immagine è sì molto importante, ma la strategia basata sull’interazione lo è di più.

La comunicazione aziendale…? Un gioco!

In un mondo social, la comunicazione è un gioco, un’esperienza che i clienti vivono e ri-vivono, che imparano a riconoscere e che essi stessi  (se la comunicazione ha funzionato) ri-chiedono.

In sintesi, questo è quanto il corso spiegava: le migliori strategie e i comportamenti per promuovere la propria azienda nel web con l’uso consapevole dei canali social più diffusi: Facebook, Instagram, LinkedIn, Youtube, Twitter. E poi ancora: strategie di mailing e sponsorizzate online.

Strategicamente i numeri uno!

alamedaproject.com

Ora A.P. ha una strategia per la promozione e la comunicazione online dei propri contenuti, ma non basta. La strada però è sempre in salita; bisogna procedere con cautela, facendo passi piccoli ma significativi. E il bellissimo e graditissimo riconoscimento di MyWeb School è uno di questi.


Una nuova luce nel Nord Est

Tante sorprese per il 2018!

Il 2018 sarà l’anno di Alameda Project che verrà ufficialmente registrata come azienda con un proprio business plan e quindi una strategia aziendale riconosciuta e certificata.

Che cosa (già) facciamo?

scopri alamedaproject.com
alamedaproject.com

E-learning per la scuola primaria/secondaria (edutainment, gamification)

Libri partecipati (libri digitali interattivi, libri game digitali)*

*Un prototipo grezzo con tre capitoli (free) è già online, ma stiamo lavorando a un progetto più accattivante.

Presto avremo anche una pagina Facebook aziendale e un profilo LinkedIn completo. Nell’attesa, fate un giro nell’area portfolio, potreste trovare qualche bella sorpresa!

Come si costruisce un libro partecipato?

Ci vuole fantasia!

Ci vuole più a pensarlo che a realizzarlo, mi verrebbe da dire. Sì perché realizzare un libro partecipato (o libro aumentato, o libro game digitale) non è cosa di tutti i giorni e non è per niente semplice, specie se si tratta di un prodotto innovativo, che non si è mai visto prima.

Nel laboratorio creativo di Alameda Project stiamo costruendo libri game o partecipati. Ma cosa ci sta dietro la progettazione di un libro game?

Sono tre le figure-chiave coinvolte nel project-working:

  • Instructional Designer (ID), la mente creativa;
  • Illustratore/grafico, chi disegna e rende “carini” e leggibili i contenuti;
  • Montatore/programmatore: dà vita ai giochi e alle interazioni.

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Ma come si prepara uno storyboard?

Ci sono molti modi per progettare un contenuto multimediale. L’instructional designer di solito lavora con PowerPoint ma può elaborare storyboard anche con Word o altri editor simili. L’importante è preparare una sequenza logica comprensibile al cliente prima, all’illustratore e al montatore poi.

Io consiglio il pptx.

Io di solito uso documenti .pptx perché il PowerPoint mi sembra uno strumento comodo, pratico e utile, soprattutto se devo presentare il materiale ad un cliente inesperto e abituato alle presentazioni veloci.

Anche se non mi sento di scartarlo del tutto, il .doc (oggi .docx) è un documento difficile da preparare. Word, in effetti, non è pensato per le presentazioni. Altro svantaggio che ho notato con l’esperienza: se si passa dal .docx al .odt si rischia di scompaginare tutto.

Qualunque sia lo strumento che volete utilizzare, pensate sempre alle persone che devono leggere il vostro story.

esempio story
Uno storyboard di esempio: ecco cosa stiamo progettando in A.P.

Farsi uno schema è utile

Nel caso dei giochi in un libro partecipato (ma vale per qualsiasi gioco in html/javascript/flash) quando si progettano situazioni a scelta multipla con casistiche più o meno complesse, è opportuno farsi uno schema dettagliato.

Ma gli schemi non sono perdite di tempo?

Niente è una “perdita di tempo” se lo si fa cognizione di causa. Se siete un ID, fatevi una semplice domanda: se fossi il montatore, di cosa avrei bisogno per rendere il mio lavoro più efficiente? Se riuscite ad entrare nella testa del programmatore, a ragionare come lui, vi assicuro che ci guadagnerete in termini di tempo e la vostra azienda recupererà in efficienza!

Il misterioso scopo dell’ID in un’azienda

Lo scopo dell’ID non è solo ideare dei fantastici contenuti interattivi, ma anche far capire al programmatore le dinamiche di un contenuto interattivo complesso. Dovete capire insieme a lui se il progetto è realizzabile oppure se state facendo un gigantesco buco nell’acqua.

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Consultare il programmatore/montatore è utilissimo, ma va fatto prima di scrivere lo storyboard: infatti, se il programmatore rileva dei problemi di implementazione, l’ID può deviare in tempo la progettazione dei contenuti.

Ricordate che lo schema deve fare riferimento alle slide contenute nello storyboard; quindi inserite sempre un riferimento alle slide del documento .ppt, oppure al numero di pagina del documento .doc se usate Word.

Es:  se scelta A >> vai a slide n.6

Infine ripetetevi questo mantra: C’E’ SEMPRE UNA SOLUZIONE!

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