Parliamo di storie a bivio, quelle che si leggevano anni orsono nei librigame e che ora pare stiano tornando di moda.
Parlando di gamification e di storytelling, secondo voi è possibile imparare attraverso una storia a bivio? Secondo me sì e se avete due minuti, vi spiego come.
Per prima cosa, prendiamo un argomento noioso, ad esempio un corso per la sicurezza, tanto temuto dagli Instructional Designer di tutto il mondo 😴. Come possiamo renderlo interessante? Creando una storia a bivio nella quale si dice al discente: tu sei l’eroe che deve salvare l’azienda.
In base alle scelte dell’utente, la storia andrà in una o in un’altra direzione. Questo tipo di gioco può essere intervallato da spiegazioni teoriche che fermano il gioco per farti riflettere sulle tue scelte. Interessante…? 😏
Quando facevo l’ID…
Anni fa mi è capitato di realizzare storie a bivio che all’epoca avevamo battezzato sliding stories, cioè storie con il principio delle sliding doors… Avete presente il film con Gwyneth Paltrow? 🙄
Dovevo progettare un corso sulla sicurezza in un viaggio aziendale, Travel Security mi pare si chiamasse. Il concetto era semplice: intervallare le storie a bivio in stile point and click a vere e proprie spiegazioni teoriche che rinforzassero il concetto già espresso all’interno della storia.
Forte, no? Vi viene voglia di sperimentarvi in qualche sliding story? State attenti, però: prima seguite i consigli dell’esperto.
I consigli dell’esperto
Ricordate che rimodulare un corso e-learning come un gamebook non è impresa facile. Prima di lanciarvi a pesce, valutate sempre il cliente che avete di fronte: cercate di capire se vale la pena investire tempo e risorse per creare un intero corso a sliding stories che poi il cliente non apprezza.
Quando ho iniziato il lavoro di storyboarder non avevo ancora ben chiaro quanto fosse importante la progettazione di un corso di e-learning per la fase successiva di montaggio. Mi dicevano che dovevo progettare e io progettavo. Succedeva quindi che il content developer (persona dedicata al montaggio dei corsi) non avesse sufficienti informazioni per poter realizzare il corso nella maniera più opportuna.
Lo storyboard dunque è importantissimo: è come il disegno di un architetto: serve sia a dare un’idea di risultato finale al cliente, sia a creare meno problemi ai Content.
Un buono storyboard mette in evidenza le problematiche, i rischi e le promesse del nostro corso e-learning.
Il buon storyboarder, cosa fa?
Il primo passo per essere un buon storyboarder, dunque, è prevedere e tenere conto delle problematiche a cui i colleghi Content Developer andranno incontro.
Si può saltare la fase di progettazione?
Molte volte mi è stata posta questa domanda e la risposta è… ni!
Anche se non sarebbe indicato farlo, spesso accade che non c’è tempo e si tende a lasciare perdere la progettazione, soprattutto se il progettista è anche il montatore. Io ad esempio, sono sia storyboarder che content developer. Il che è un bel vantaggio perché so già cosa si può fare e cosa no. Ma nelle grandi agenzie non è così. Le due fasi, progettazione e montaggio, sono divise.
In anni di esperienza come libero professionista mi sono accorto che partire in quarta con il montaggio senza un’adeguata progettazione non porta mai i frutti sperati: anzi, si rallenta il processo e si fatica a portare a termine il lavoro.
Quali sono le fasi per progettare un buon corso e-learning?
Raccolta materiale fornito dal cliente: fondamentale;
Redazione di una macrostruttura Excel: sempre condivisa con il cliente. Non sempre c’è, quando i contenuti sono chiari si passa direttamente allo storyboard;
Redazione di uno storyboard: questa fase è la più importante!
Montaggio (content development): si fa sulla base dello storyboard;
Debug: fondamentale! Prima interno e poi esterno (cliente);
Le animazioni con Relative start points con movimento da tastiera
Ciao Ragazzuoli! Siamo arrivati al tredicesimo tutorial di Articulate Storyline. Il mio primo video ha già raggiunto quasi 1000 visualizzazioni. Vi sono molto grato! Questo mi fa capire che c’è voglia di imparare come produrre contenuti e-learning con i mezzi più potenti attualmente disponibili. 😎💪🏻
In questa lezione impariamo una particolarità delle animazioni di tipo “motionpath“, ovvero il RELATIVE START POINT con l’aggiunta di input da tastiera. Guardatelo!
Come si fa a rendere più interessanti contenuti che da un ppt sarebbero una noia mortale? Mettiamo che volete far passare il concetto di Comunicazione a chi di Comunicazione non sa proprio nulla. Come si fa? Be’, avete in genere tre possibilità:
Fare il solito ppt: avanti, avanti e avanti…
Fare un e-learning con qualche interazione e/o storytelling
Fare storytelling con la gamification: lo storydoing
Lasciamo perdere pure il primo binario, una noia mortale che andava bene 20 anni fa e passiamo direttamente al 2 e al 3. Dunque, supponiamo che dobbiamo far passare il concetto di comunicazione aziendale: verso l’esterno e verso l’interno. Come procediamo?
Tema: la comunicazione aziendale 😎
Svolgimento: 🛠
Era una notte buia e tempestosa… No, scusate questo è Snoopy… Però questo incipit mi serve per farvi capire cos’è uno Storytelling alla buona, senza spessore, già visto. Questo accade spesso quando manca la progettazione. Ah! La cara vecchia Progettazione! Lo storyboard è essenziale, quindi per favore, non licenziamo gli storyboarder.
Ma noi vogliamo raccontare una storia, quindi la domanda che vi frullerà in testa è: come si scrive una storia incentrata sulla comunicazione? Conviene pensare come uno sceneggiatore di un film o, meglio ancora, di un fumetto o di un cartone animato.
Partiamo dall’idea: es. un eroe parte per la guerra.
Studiamo il personaggio principale: es. un eroe dei nostri tempi
Costruiamo il soggetto: l’eroe incontra personaggi cattivi che cercano di confonderlo. Devi rispondere correttamente per superare le prove e passare al livello successivo. Nell’ultimo livello il personaggio viene premiato: ha salvato la principessa? Ha salvato la sua azienda? La sua casa? …Le possibilità sono davvero infinite!
Iniziamo a scrivere la storia procedendo per livello. In ogni livello la difficoltà cresce. Così avremmo creato un vero e proprio video-gioco. Forte, no?