Si fa un gran parlare di libertà di espressione, ma siamo davvero liberi di esprimerci? Oppure siamo condizionati dagli altri, dalle cose che ci capitano, dalle sfortune che (secondo noi) si accaniscono contro la nostra vita e ci impediscono di essere chi vogliamo davvero essere?
Siamo vittime e carnefici di noi stessi.
Sono moltissime le persone che fanno un lavoro che non gli aggrada, tanto per avere una busta paga che permetta loro di pagare le bollette. Queste persone non sono felici; fingono di esserlo, ma nel loro intimo sanno che la felicità è altrove. Vi siete mai sentiti così anche voi?
Esprimersi come persone, come esseri di luce, in totale armonia con il creato e con gli altri è un obiettivo importante, che dovrebbe essere messo in cima alla lista degli obiettivi (compresi gli obiettivi lavorativi).
Mi chiedo: perché una persona di 40, 50 o 60 anni dovrebbe sentirsi inferiore a uno di 20 o 30? Solo perché si sente vecchio e ormai ha rinunciato ai propri sogni? Mai rinunciare! Si può sempre realizzare un sogno. Magari non sarà andare ad Amici di Maria De Filippi, però realizzare qualcosa che ci faccia sentire appagati, questo sì.
Non bisogna mai rinunciare ai propri sogni, alla necessità di esprimere ciò che abbiamo dentro, all’urgenza di raccontare, di scrivere, di disegnare, anche se non siamo scrittori o artisti.
Questa società ci vuole individui anonimi: persone grigie che vagano senza uno scopo. Be’, io voglio avere uno scopo!
Io costruisco burattini nel tempo libero. Mi piace, mi diverte, mi appassiona e ci faccio dei divertenti spettacolini. Questo sono io.
I miei burattini hanno un grosso difetto: hanno le mani monche. Sì, hanno le manine cilindriche. Sono fatti così perché hanno deciso loro di venire alla luce così. Il primo che ho costruito, Ernesto, l’ho guardato e ho detto: sai che c’è? Vai bene così come sei.
Sono i miei burattini. Sono i Burattimatti.
L’espressione, nelle sue forme più varie, offre l’opportunità di essere quello che siamo per davvero, non per finta. Non dobbiamo fingere con noi stessi. Se ci viene voglia di cantare, entriamo in un coro. Se ci viene voglia di fare teatro, iscriviamoci ad un corso di teatro. Se scopriamo la passione per la pittura, coltiviamola e basta. Chi se ne frega se non saremo mai grandi artisti. E poi, gli artisti sono tutti depressi perché inseguono la perfezione e non la raggiungono mai.
Invece io mi accontento delle manine cilindriche e ci lavoro su, in modo che tutto ruoti attorno ad esse. Ne faccio il mio stile, lo stile dei Burattimatti.
Questo per me è arte. Questo per me è libera espressione. E per voi che cos’è?
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