Ciao a tutti!
Karumi è tornata! Come state?
Avete voglia di un po’ di animazione per condire il vostro venerdì sera? Eccovi serviti!
Quest’oggi pensavo di dirvi la mia su un altro film animato dello Studio Ghibli, forse il più famoso, creato da quella mente geniale di Hayao Miyazaki, cioè Sen to Chihiro no kamikakushi, ossia traduzione letterale in italiano in ‘la sparizione di Sen e Chihiro causata dai kami’ ma semplificata in “La città incantata”.
Il termine “kamikakushi” significa, come scritto prima, “sparizione causata da un dio/dagli dei“.
I kami infatti sono le divinità venerate dal culto Shintoista che appartengono principalmente al mondo naturale quali fauna, flora, astri e condizioni atmosferiche.
Le volpi giapponesi kitsune ad esempio , che appaiono in un sacco di anime, secondo il folklore ammaliano gli uomini trasformandosi in bellissime donne e sono devote al kami Inari, dio (in alcune versioni dea) della fertilità e del riso.
Per cui secondo la tradizione popolare giapponese se un individuo sparisce nel nulla e poi ritorna magicamente è stato “rapito” dai kami. Ed è quello che capita alla protagonista di questo film.
Chihiro è una bambina di 10 anni che sta affrontando un trasloco con i genitori, ma venendo attratti da quello che sembrerebbe essere un vecchio parco dei divertimenti abbandonato finiscono col entrare in una città fantastica apparentemente deserta ma in realtà abitata da spiriti tra cui uno strano ragazzino che le dice di scappare.
I genitori della ragazzina si nutrono senza permesso del cibo preparato per gli spiriti venendo così trasformati in maiali. Da quel momento in poi Chihiro, grazie all’aiuto del ragazzo drago Haku ed altri personaggi, dovrà riuscire a conquistarsi la libertà sua e dei suoi genitori lavorando nelle terme della strega Yubaba che per tenerla in pugno le ruba parte del suo nome ribattezzandola Sen (cosa che si capisce solo conoscendo l’alfabeto kanji giapponese T^T che io ancora disconosco bueeh)
“La città incantata” ci catapulta in un mondo fantastico popolato da spiriti erranti ed affascinanti figure folkloristiche giapponesi quali Kamaji, lo schiavo delle caldaie, lo spirito del ravanello, il kami del fiume, talmente sporco perché inquinato dagli umani, ed il “mitico” spirito Senza volto, uno dei tanti personaggi miyazakiani che non sono malvagi fino in fondo (anche se in parecchie scene fa davvero inquietudine brrr).
La musica di Hisaishi
Come sempre, la musica di Joe Hisaishi (l’idolo delle folle, ricordate? Odo le fan che lanciano i reggiseni!) segue perfettamente la vicende del film specialmente durante la scena senza dialoghi del viaggio nel treno sull’acqua dove Chihiro vi sale per incontrare la strega gemella di Yubaba e così riuscire a salvare il suo amore Haku. Una scena così particolare e misteriosa; non viene spiegato esattamente dove porti questo treno e dove vadano gli spiriti al suo interno. Proprio per questo penso sia bellissima! Vanno in paradiso? Eppure, perché sembrano tristi…?
Miyazaki san ci lascia libera interpretazione e questo penso sia un regalo meraviglioso da parte sua! Perché la poesia non la si spiega la si sente!
Bellissime le scene di volo di Haku…
…quando è trasformato in drago, fluido come l’acqua non a caso, sopratutto in una delle scene finali dove insieme a Chihiro si ritrovano a volare in un momento toccantissimo che rivelerà il segreto celato dietro il loro legame.
Poi è così bello vedere quante figure femminili importanti ci siano in questo film: Chihiro stessa all’inizio viziata ma poi coraggiosa, ma anche Rin, la ragazza che finisce col affezionarsi alla bambina, e la stessa maga Yubaba, dalla testa spaventosamente grande ma che in realtà è una nonnina che vizia a sua volta in suo bambino 😉
Come in una specie di Alice in Wonderland nipponico seguiamo la nostra beniamina nel suo viaggio onirico per salvare i suoi genitori ma che alla fine come in ogni viaggio dell’eroe che si rispetti servirà principalmente per cambiare se stessa.
L’affrontare le difficoltà con la sola forza di volontà ed il coraggio.
Ah! Ultima cosa! Ci tengo a precisare che codesto film è stato l’unico film giapponese a vincere l’Oscar come miglior film d’animazione! Quella statuetta starà sicuramente tenendo aperta una porta nello Studio ghibli ahaha
Quando sarà il prossimo film anime giapponese a vincere? Lo scopriremo solo vivendo 😉
Tchau!
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