Vedere per credere
Testi: Enrico Matteazzi
Illustrazioni: Elettra Casini
Sfruttando il bracciale nero, l’agente X e Artemius tornarono alla linea temporale di Marvin. Comparvero all’interno di un bagno pubblico. Di fronte a loro c’era la tazza di un vater con tanto di catenella arrugginita per lo sciacquone.
“Carino qui”, commentò sarcastico Artemius, “in quale luogo mistico e affascinate mi hai portato questa volta, agente?”
X lo guardò male, ma si limitò a sospirare. All’improvviso, la porta alle loro spalle si aprì. Marvin Richardson li guardò allucinato: “Non è possibile!”, disse sfregandosi la faccia con le mani, “Perché continui a perseguitarmi? E tu, chi sei?”, aggiunse poi rivolto ad Artemius.
X e Artemius uscirono dal bagno, si guardarono l’un l’altro e poi risposero in coro: “È una storia lunga.”
Marvin incrociò le braccia e guardò l’agente X dritto negli occhi: “Che diavolo vuoi ancora?”
“Marvin, non c’è più tempo!”, rispose concitato l’agente, “devi assolutamente incontrare Cristina prima di Max!”
“Troppo tardi”, rispose Marvin, “e poi comunque non ho tempo stasera, devo lavorare.”
Fece per uscire, ma X lo trattenne per un braccio.
“Lasciami andare!”, gridò Marvin.
“E va bene”, rispose l’agente, “se non riesco convincerti con le buone…”
X chiuse gli occhi e poi lui e il ragazzo svanirono entrambi nel nulla.
Rimasto solo, Artemius si guardò intorno smarrito. “Ecco”, piagnucolò, “e adesso chissà dove l’ha portato… Giuro che quando questa storia sarà finita, lo ammazzo.”
Rispondi