Zero Alfa: capitolo 9

C’è un solo modo per catturare un fantasma

Testi: Enrico Matteazzi
Illustrazioni: Elettra Casini

 

Un uomo di mezza età, con una lunga barba grigia e i vestiti da straccione si aggirava per un vicolo male illuminato di Wall Street. Mezzanotte era passata già da un pezzo.

“Buonasera, Artemius”, disse una voce dal nulla.

L’agente X apparve all’improvviso di fronte a lui. Spaventato, il barbone fece due passi indietro.

“Ah, sei tu…”, rispose. Il suo volto si fece più disteso. Poi però divenne all’improvviso duro e serioso: “Che diavolo vuoi?”

“Non fare l’idiota, Artemius!”, fece X irritato, “è un sacco di tempo che ti sto addosso.”

“Ah!”, sbottò Artemius, “proprio tu mi parli di tempo! Dovresti saperlo ormai che il tempo esiste solo nella mente.”

“Sì sì, la tua solita filosofia…”

“Mio caro amico, il tempo è pensiero. Ci spostiamo nelle pieghe della storia grazie agli immensi poteri della mente, non dimenticarlo. Ad ogni modo… mi dici che diavolo vuoi?”

L’agente X cercò le parole adatte e solo dopo qualche secondo le trovò.

“Abbiamo un problema.”

“Abbiamo?”

“Ho.”

“Ah, ecco. E vuoi che te lo risolva io, giusto?”

“Beh…”

“Ti costerà qualcosa.”

“Mi stai ricattando?”

“Non oserei mai!”

“Ti ricordo che sei ricercato in trentadue linee temporali.”

“E con questo?”

“Finora ti ho protetto io. Questa linea temporale era sicura fino a qualche ora fa. Se non fosse stato per me…”

“Aspetta aspetta! Mi stai dicendo che non è più sicura?”

“Non proprio.”

“Lo sapevo! Lo spavevo… Non ci si può mai fidare di un agente della Fondazione. Che diavolo è successo? Sentiamo!”

“Abbiamo rilevato un’anomalia di tipo Zero Alfa.”

Artemius sgranò gli occhi: “ZERO ALFA?”, urlò.

“Taci!”, si affrettò a rimproverarlo X, “sei pazzo? Se ci sente qualcuno della Fondazione sono morto, e lo sei anche tu.”

“Per la miseria, X! Avevi detto che questa linea era sicura!”

“E lo era! Ma qualcuno ha cambiato un particolare. È spuntato fuori un certo Max… Il nome completo non lo so con certezza, non c’è traccia di lui negli archivi della Fondazione.”

“Ovvio! È il fantasma del tempo!”

“Che…?”

“Conoscevo uno di nome Max. Se non sbaglio il nome completo è Maximiliam Barr, detto il fantasma del tempo, una specie di terrorista del continuum spaziotemporale.”

X si portò una mano al mento, pensieroso: “Mm… questo spiegherebbe l’anomalia sistemica Alfa incrociata con un punto Zero.”

“I punti Zero sono dei nodi della storia”, specificò Artemius.

“So anch’io cos’è un punto Zero, grazie”, rispose seccato X.

“Se modifichi un punto Zero”, ribatté Artemius, “corrompi il continuum di una linea temporale.”

“Lo so”, disse ancora X, “qui però stiamo parlando di qualcosa di più grosso. Gli Alfa determinano il progredire di tutte le linee temporali messe assieme. L’incrocio Zero Alfa potrebbe essere devastante per l’intero universo!”

“Beh… in teoria. Non è mai stato dimostrato.”

“Per la verità, non è… esattamente così.”

“Che vuoi dire?”

X non rispose. Forse aveva detto troppo.

“X…”, insisté l’altro, “che significa non è esattamente così?”

“Niente, lascia perdere.”

L’agente X si voltò e fece per andarsene. In fondo aveva ottenuto alcune informazioni preziose. Artemius però non voleva arrendersi: “Avrai bisogno di aiuto per stanare quel terrorista”, disse, e poi aggiunse: “Facciamo così: io ti aiuto con il caso Zero Alfa e tu mi prometti di scaricarmi in un’altra linea temporale… più sicura di questa magari.”

“Se falliamo”, ribattté X girando appena la testa verso il suo interlocutore, “ho paura non ci sarà più alcuna linea temporale sicura… D’accordo”, aggiunse poi voltandosi del tutto verso il barbone, “che cosa pensi di fare?”

Artemius si avvicinò lentamente al suo interlocutore e lo guardò dritto negli occhi: “Mio caro amico”, disse mettendogli una mano sulla spalla, “c’è un solo modo per catturare un fantasma.”

 

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