Zero Alfa: capitolo 8

Chiamare o non chiamare?

Testi: Enrico Matteazzi
Illustrazioni: Elettra Casini

 

La sera seguente lavorare al McGee per Marvin fu davvero pesante. Oltretutto il capo pretese da lui gli straordinari. Infatti, dato che c’era un sacco di gente, il pub rimase aperto fin dopo le due.

Marvin rientrò a casa che era distrutto. Varcò la soglia della sua stanza e si lasciò cadere a peso morto sul letto. Gettò uno sguardo al comodino: il foglietto di Cristina, piegato in quattro, sembrava urlasse “chiamala!”. Marvin lo prese in mano e rimase ad osservare per un intero minuto i cuoricini sulle “i”.

Alla fine prese il cellulare, trasse un profondo respiro, inserì il numero e… rimase a fissare il display. Non aveva il coraggio di toccare il tasto verde “chiama”.

Passò un altro minuto. Marvin controllò l’orologio: dopotutto era un po’ tardi per chiamarla. Forse era meglio aspettare l’indomani. Però magari un messaggino su Whatsapp…

Scrisse: “Ciao Cristina, sono Marvin… Come va? Scusa l’ora, ma ho avuto da fare oggi. Vuoi ancora che ci vediamo? Ciao…”, e inviò il messaggio.

Doppia spunta bianca. Bene, l’aveva ricevuto, ma non letto; probabilmente l’avrebbe visto il giorno seguente. “Chi lo sa”, pensò ripiegando il foglietto, “magari ci sta”… Ma che stava dicendo? Per la miseria, quella ragazza aveva il fidanzato! E poi comunque era troppo bella per lui.

Accidenti, non doveva inviarle quel messaggio! Però ormai il danno era fatto. Marvin appoggiò il cellulare sul comodino e decise di dormirci su. Domani si sarebbe inventato una scusa più o meno banale per cancellare l’appuntamento e tutto sarebbe finito lì.

Si spogliò e si mise il pigiama. Stava per andare in bagno, quando il cellulare si illuminò all’improvviso e comparve parte di un messaggio: “Ciao Marvin! Ti ho aspettato col cel acceso tutta la sera…”

Marvin toccò la fascetta dell’anteprima Whatsapp sullo schermo e si aprì la tipica schermata che mostrava il messaggio completo: “Ciao Marvin! Ti ho aspettato col cel acceso tutta la sera… Ormai credevo non mi avresti più cercata. Domani va bene? Dove mi porti? :-)”

“Ok”, commentò lui ad alta voce, “dove la porto?”. Non era molto bravo con i primi appuntamenti. Dopo due minuti buoni, il suo indice tremante riuscì a digitare: “Milk-shake + passeggiata a Central Park… Ti va?”

Passarono cinque minuti. Sei. Sette… Che ci avesse ripensato? Lo sapeva, le sue storie finivano tutte così prima ancora di cominciare.

Il cellulare si illuminò di nuovo: “Puoi passare a prendermi alle tre? ;-)”

Marvin quasi svenne per l’emozione. Sorrise e, con il cuore in gola, digitò: “Certo! :-)”.

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